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Mediazione familiare per l’accordo di separazione coniugale

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Dinamiche del conflitto nella separazione dei coniugi e nel divorzio

Approfondimento sul tema della mediazione familiare e sulle possibili vie di accesso ad un percorso di risoluzione o deflazione del conflitto di coppia in vista della separazione. Il conflitto tra i partner durante la separazione può mutare drasticamente gli equilibri e gli assetti psicologici nonché avere gravi conseguenze sullo sviluppo psicofisico dei figli. Il degrado delle relazioni interpersonali nella separazione deve essere ridotto al minimo al fine di consentire una “separazione con rispetto”: la mediazione familiare è uno degli strumenti che gli ex partner possono impiegare per essere loro stessi sereni artefici dell’accordo di separazione.

“La mediazione familiare è un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione o al divorzio: in un contesto strutturato il mediatore familiare, come terzo neutrale e con una preparzione specifica, sollecitato dalle parti, nella garanzia del segreto professionale ed in autonomia dall’ambito giudiziario, si adopera affinché i partner elaborino in prima persona un programma di separazione soddisfacente per sé e per i figli, in cui possano esercitare la comune responsabilità genitoriale”.

(definizione SIMEF 1995 – in D. Mazzei – La mediazione Familiare)

Disagio e conflitto nella separazione e nel divorzio: rottura della relazione tra i coniugi

Come detto nelle pagine precedenti (la separazione, il divorzio) la definitiva rottura del legame di coppia è l’epilogo di un lungo cammino di allontanamento dei coniugi da quel punto di equilibrio che era costituito dall’idillio iniziale. Senza cadere in luoghi comuni, questa distanza che aumenta è spesso la diretta misura del conflitto che viene a generarsi: è la misura della difficoltà dei partner (a volte l’impossibilità) di riorganizzare la propria relazione e la propria vita in una nuova e diversa prospettiva. In questo contesto, con una frequenza elevatissima, la prole (quando presente) si trasforma in strumento della contesa, si trasforma in strumento di pressione più o meno indiretta per dimostrare “l’inadeguatezza”, “la colpa”, “la cattiveria” del proprio “ex”: in nome del “benessere dei figli”, gli ex-coniugi (dimentichi di essere in primo luogo ancora genitori) disperdono le loro energie in lunghe contese giudiziarie il cui esito, difatto, non determina un “vincitore” tantomeno un “vinto”.

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In questo senso, ci si può rendere conto come il mandato conferito all’avvocato assuma anche il significato di ottenere una “vittoria” da esibire, una ragione pubblica che sottragga la persona ad un ipotetico giudizio… quasi che la “sentenza” possa essere attesa come un “diploma di meritevolezza e di non colpa” rispetto al fallimento della relazione coniugale.

Vero è che, purtroppo, esistono contesti di reale disagio in cui la separazione o il divorzio (ed il conflitto) vengono ad inserirsi in quadri di vero e proprio degrado delle relazioni interpersonali; contesti all’interno dei quali la rilevanza dei vissuti si trasforma spesso in fattispecie penalmente rilevanti (es. violenze o altri reati) ma, nella maggioranza dei casi il conflitto all’interno della coppia coniugale è frutto di un sentire sociale errato e condizionato.

Rispetto a queste ed altre osservazioni, trova spazio la mediazione familiare (peraltro pienamente riconosciuta a livello legislativo) come valido strumento di aiuto alla coppia in via di separazione o già separata, che – all’interno di una situazione di conflitto – si ponga nella prospettiva di costruzione di un nuovo programma relazionale.

Che cosa è la mediazione familiare?

La mediazione familiare non è uno strumento di prevenzione della separazione! Al contrario è uno strumento atto a favorire il processo (percorso) di separazione dei coniugi. Lo scopo del percorso di mediazione familiare è, infatti, destinato alla creazione ed al mantenimento di un contesto in cui siano gli stessi coniugi a costruire l’accordo di separazione in modo che, in presenza di prole, il passaggio da coppia coniugale a coppia esclusivamente genitoriale avvenga senza conflitto (o che se presente venga eliminato o ridotto).

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Quali sono gli obiettivi della mediazione familiare?

Sicuramente molteplici sotto il profilo pratico (raggiungimento dell’accordo di separazione, determinazione del contenuto e via dicendo) ma, in buona sostanza, lo scopo di un percorso di mediazione familiare è quello di ottenere una stabile rinegoziazione del rapporto coniugale in vista della separazione. Il percorso di mediazione, infatti, deve essere considerato come il luogo in cui avviene il transito da coppia coniugale a coppia genitoriale nonché il luogo in cui i soggetti partecipi imparano autonomamente a rinegoziare la relazione di coppia mantenendo inalterato (in alcuni casi creando ex novo o migliorando) il rapporto genitoriale. Consapevoli del percorso di separazione i soggetti, guidati dalla figura del mediatore familiare, giungono a relazionarsi in modo nuovo: costruiscono insieme un nuovo rapporto basato tanto sul benessere individuale tanto sulla consapevolezza e coscienza del mantenimento del ruolo genitoriale.

Come si realizza un percorso di mediazione familiare?

Attraverso una serie predeterminata di incontri ed in un lasso di tempo relativamente breve, il mediatore familiare crea le condizioni affinché i coniugi identifichino le criticità che impediscono il raggiungimento dell’accordo si separazione e fornisce gli strumenti affinché gli stessi giungano a costruire autonomamente accordi (contenuti) sostenibili e soddisfacenti. Tutto questo sia sotto il profilo relazionale che patrimoniale. Ovviamente qualunque accordo raggiunto dovrà essere compatibile con le disposizioni di legge e soggetto a giudizio di omologazione da parte del giudice.

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